La Direttiva UE DAC7 avrà grande impatto sugli affitti brevi. Entrata in vigore il 1° gennaio, ha portato importanti cambiamenti per gli host e i Property manager del settore turistico italiano. Infatti a partire da quest’anno, tutte le piattaforme digitali che offrono servizi di alloggio, ovvero le OTA come Airbnb e Booking, sono obbligate a trasmettere al Fisco tutte le informazioni su transazioni, beneficiari dei pagamenti, codici fiscali, dati catastali degli immobili e coordinate bancarie degli host e dei Property manager. Questa nuova normativa riguarda tutte le forme di alloggio, sia alberghiere che extralberghiere.
La nuova normativa ha scatenato preoccupazioni soprattutto nel settore extralberghiero. Infatti, le informazioni relative al turismo presto disponibili al Fisco riguarderanno sia le strutture ricettive che le locazioni turistiche. Questo potrebbe creare problemi anche agli host in regola, oltre che a chi non ha dichiarato tutti i redditi. Inoltre, verrà trasmesso dai portali il reddito lordo presente nell’account, il ché potrebbe creare problemi anche per gli account multi proprietario, o mettere in luce differenze fra gli imponibili dichiarati da chi fa accoglienza e quelli effettivi.
Le nuove regole comporteranno richieste di pagamento delle imposte, di sanzioni ed interessi, in tutte le situazioni in cui l’importo comunicato dal portale non coincida con quello presente nella dichiarazione dei redditi. Oltre certe soglie, alle violazioni fiscali conseguirà un procedimento penale sui titolari delle attività. Rischia grosso chi non ha presentato del tutto la dichiarazione, non solo perché in quel caso il tempo di accertamento si allunga a sette anni, ma anche perché verranno quasi certamente applicate le maxi sanzioni.
DAC7 si muove in una direzione professionalizzante, per il settore degli affitti brevi, poiché rende il settore sempre più normato. È evidente che per un proprietario vi sia un grosso vantaggio nell’affidarsi ad un Property manager, poiché questi sono in grado di fornire un servizio professionale, tale da tenere la proprietà al riparo da brutte sorprese a livello fiscale. I Property manager come UR NEST si occupano della gestione degli immobili sotto ogni punto di vista, senza lasciare al proprietario alcuna incombenza, sia operativa, che commerciale ed amministrativa. Inoltre questa nuova direttiva si sposa con l’introduzione dell’IVA da parte tutte le maggiori OTA. Essere un soggetto privato che svolge l’attività con cedolare secca al 21% potrebbe non essere più così vantaggioso; non si potranno infatti detrarre dall’imponibile i costi delle OTA, compresa l’IVA, e questi andranno tutti dichiarati. Senza contare che i privati sono già tenuti a pagare le tasse anche sulle utenze e spese condominiali. In sostanza, si pagheranno tasse anche su importi non effettivamente incassati. Affidandosi ad un Property manager, almeno i costi sostenuti per i portali non verranno tassati, in quando è il gestore che si assume questo costo, fatturandolo in seguito all’ospite. Inoltre l’IVA sulle commissioni, grazie al reverse charge, non andrà ad aumentare il costo finale dei locali affittati tramite le OTA.
La nuova normativa DAC7 rappresenta un cambiamento significativo per gli host e i Property manager del settore turistico italiano.
È importante essere consapevoli di queste nuove regole e agire di conseguenza per evitare problemi e sanzioni da parte del Fisco, soprattutto sapendo che affidandosi a gestori professionali, come UR NEST, non si incorrerà in problemi fiscali, potendo al contrario godere di una gestione completamente esternalizzata, priva di preoccupazioni ed incombenze amministrative da espletare.
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